“Sick Building Syndrome” (SBS: dall’inglese: “sindrome dell’edificio malato”) è una sindrome in cui gli occupanti di un edificio manifestano fenomeni che appaiono legati al tempo passato in un edificio, ma senza che possano essere identificate cause specifiche o malattie.
La maggior parte dei sintomi legati alla Sick Building Syndrome si attenuano e scompaiono una volta abbandonato l’edificio.
Il D.lgs. 81/2008 – meglio conosciuto come Testo Unico sulla Sicurezza in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro obbliga il datore di lavoro a preservare la salute dei propri dipendenti, intervenendo a correggere e modificare quei fattori che rendono il lavoro improduttivo e poco salubre.
Sintomi:
- di tipo nervoso: mal di testa, capogiri, nausea, difficoltà di concentrazione, stanchezza, prostrazione, facile irritabilità, sonnolenza, ridotta capacità lavorativa;
- di tipo oculare: secchezza oculare, eccessiva lacrimazione, congiuntiviti, bruciore, difficoltà a mettere a fuoco, stanchezza oculare;
- di tipo respiratorio: tosse, aumento delle secrezioni nasali, bruciore, respiro pesante, asma, affanno;
- di iperattività aspecifica: eruzioni cutanee, eritemi, pruriti, alterazione del gusto e dell’olfatto.
Questi sintomi, se sottovalutati, possono evolvere in patologie più gravi, specie se accompagnate da stress, che possono diventare croniche e pregiudicare significativamente le prestazioni lavorative e la salute stessa del lavoratore.
Generalmente si parla di SBS quando almeno il 30% degli occupanti dell’edificio manifesta sintomi comuni attribuibili a cause non evidenti.

Riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1983, la Sick Building Syndrome (SBS) è considerata la patologia associata alla permanenza in luoghi di lavoro e di residenza “malsani”.
Nel 2000 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tramite il documento del “The Right to Healthy Indoor Air”, ha riconosciuto una salutare aria indoor come un diritto umano fondamentale.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Europa la popolazione trascorre fino al 90% del tempo negli ambienti indoor per la maggior parte (55%) nelle abitazioni e il 33% negli ambienti di lavoro. Solo il 4% del nostro tempo è mediamente trascorso all’aperto.
L’uomo inala dai 10.000 ai 20.000 litri d’aria al giorno e la maggior parte proviene da ambienti chiusi.
Patologie più significative legate ad infezioni (legionella, coronavirus) sono decisamente più complesse e richiedono segnalazioni alle autorità sanitarie, trattamenti sanitari dei pazienti e l’adozione di precise misure di contenimento.
La pandemia coronavirus ha accentuato in maniera significativa l’attenzione nei confronti delle condizioni igienico-sanitarie degli ambienti, in particolare degli ambienti indoor e ai sintomi riconducibili alla cosiddetta Sick Building.
Per chi volesse approfondire, consigliamo il sito del Ministero della Salute
Purtroppo, ad oggi, non sono mai stati eseguiti specifici studi epidemiologici, ma secondo alcuni studi citati dal Ministero l’incidenza della Sick Building Syndrome varia tra il 15% e il 50% degli edifici, nell’ambito dei luoghi di lavoro. Rappresenta quindi una criticità dall’impatto economico e sociale molto elevato, sebbene poco conosciuta. In ambito lavorativo, ovviamente, fluisce pesantemente sull’assenteismo e sulla qualità del lavoro e dovrà essere oggetto di aggiornamento con l’uso del lavoro agile.
La Sick Building Syndrome raggruppa una serie di disturbi legati a quegli aspetti del microclima cui sono regolarmente esposte le persone che trascorrono la maggior parte del loro tempo in ambienti “confinati”.
Oggi il discorso può essere esteso ai sintomi della infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV2.
Si calcola che nella nostra società si trascorre circa il 90% del proprio tempo (il 30/40% di questo tempo lo si trascorre nei posti di lavoro) in luoghi chiusi, spesso sovraffollati, come uffici, scuole, centri commerciali, strutture sanitarie, residenze per anziani, negozi, sale conferenze, che possono essere contaminati dalla presenza eccessiva di agenti inquinanti aerodispersi a causa delle scarse condizioni igieniche dei sistemi di trattamento dell’aria e degli impianti non regolarmente sanificati.
Paradossalmente anche strutture sanitarie come ambulatori medici, sale d’attesa, ecc. o ludico-ricreative come ristoranti, alberghi, palestre, piscine, SPA, discoteche, ludoteche, sale giochi, cinema, possono essere interessate da questo fenomeno.
Queste problematiche rappresentano un costo significativo in termini di calo della produttività, sono una delle principali cause delle assenze sul lavoro (si stima siano la causa del 40% delle assenze dal lavoro) e sono fattore di ingenti perdite economiche per lo stato e per i cittadini.
Ne consegue quanto sia fondamentale garantire standard in grado di prevenire o arginare il problema.
Gli Agenti Inquinanti possono essere:
- di origine umana: diffusione microbica, produzione di anidride carbonica con la respirazione, fumo di sigaretta, utilizzo e preparazione di cibi e bevande
- di origine interna: composti organici volatili presenti ovunque: detergenti, profumi per ambiente, videoterminali, fotocopiatrici/stampanti, residui di combustione, fornelli a gas, forni, stufe, camini, mobili, moquette, tappeti, termoconvettori, split, amianto, polvere, spray antiparassitari, antitarme, vernici e solventi presenti in moltissimi oggetti presenti in casa, naturali esalazioni dal sottosuolo per gli edifici posti al piano terra
- di origine esterna: aria, smog, polvere, radon
A loro volta possono essere classificati in:
- inquinanti di tipo chimico (VOC): formaldeide, benzene, monossido di carbonio, anidride carbonica, amianto, anidridi di azoto e zolfo, idrocarburi, solventi, miscele (la maggior parte di questi agenti di tipo chimico sono tossici o molto tossici, irritanti se non addirittura classificati come cancerogeni dall’IARC)
- inquinanti di tipo biologico: virus, batteri, funghi, acari, pollini, muffe, ecc.
- inquinanti di tipo fisico: radiazioni UV, radiazioni ionizzanti, radiazioni elettromagnetiche, temperatura, umidità, rumore